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Lettera di "denuncia" dell'U.S. Serle

15/04/2015

L'U.S. Serle ci scrive:

La società sportiva U.S.Serle ha deciso di scrivere questa lettera per rendere noti i fatti accaduti il 6 aprile scorso in occasione della partita di Prima Categoria (Brescia) Serle-Pendolina Park Hotel Ca Noa e passati completamente inosservati visto anche il mancato intervento del Giuduce Sportivo. 


Saremmo lieti se la lettera di seguito venisse da voi pubblicata come "dovere e cronaca" e "condanna" verso atteggiamenti simili e, purtroppo, sempre più frequenti.
 
Grazie
U.S. Serle  
 
 
Prima di spiegare il motivo esatto che ha spinto la nostra società a scrivere queste righe occorre premettere lo scopo di questa lettera che non vuole essere una lettera di protesta, di polemica o di accusa ma vuol essere una lettera di "denuncia", una lettera che spinga a riflettere su fatti che, purtroppo, sempre più spesso si vedono sui campi da calcio di qualsiasi categoria.
 
Inizio con il raccontare i fatti accaduti al campo sportivo di Serle il pomeriggio del 6 aprile 2015.
Si giocava l'incontro Serle-Pendolina Park Hotel Ca Noa, una partita importante per la classifica tra l'ultima e la penultima. Per questi motivi e per i precedenti non proprio amichevoli tra le due compagini, la partita già si preannunciava difficile, nervosa e molto fisica. Previsioni rispettate in tutto e per tutto con una Pendolina che da sempre e, a detta di molte squadre che l'hanno affrontata, mette tutto sul piano della fisicità e della provocazione. Il Serle però stavolta riesce a non reagire e a portare a casa la vittoria evitando episodi e reazioni sopra le righe. Al triplice fischio scatta l'esultanza dei bianco blu che possono continuare a sperare nel sorpasso della stessa Pendolina evitando così la retrocessione diretta. I ragazzi del Serle uscendo dal campo si caricano a vicenda ma l'euforia si placa quando dalle tribune si intravede un ragazzo a terra con un capannello di persone intorno a lui e altri che discutevano. I dirigenti del Serle prestano i primi soccorsi al giocatore biancoblu Garzetti e richiamano l'attenzione del direttore di gara Persico di Bergamo già recatosi negli spogliatoi. Garzetti mentre gioiva per la vittoria con i compagni di squadra veniva colpito gratuitamente dal secondo portiere della Pendolina Derelli, poi allontanato dai suoi compagni di squadra. Il colpo costa a Garzetti un taglio al sopracciglio che ha richiesto una corsa al pronto soccorso e alcuni punti di sutura.
Negli spogliatoi il clima, ovviamente teso, non migliora con i bianco blu che pretendevano quantomeno le scuse di Derelli (mai arrivate) e con alcuni compagni dello stesso che si scusavano con i bianco blu per la reazione sicuramente eccessiva del loro secondo portiere.
Il peggio però doveva ancora venire e la doccia fredda arriva il venerdì successivo all'uscita del comunicato regionale. Si sperava almeno nella giustizia sportiva che non cambiava certo le cose ma semplicemente per il concetto stesso di "giustizia". Nel comunicato però non solo si apprende che a Derelli non viene applicata nessuna squalifica o sanzione ma ad essere multato è il Serle per aver permesso l'accesso persone non identificate nella zone negli spogliatoi a fine partita. 
 
Lo scopo di questa lettera che non è certo quello di richiedere la squalifica di Derelli (mi rendo conto che questo non possa ottenersi certo con una lettera) ne quello di togliere la sanzione economica la società del Serle (sanzionato per non aver rispettato il regolamento). Lo scopo principale di questa lettera vuol essere quello di portare alla luce, visto anche la mancanza di una squalifica, un episodio passato completamente inosservato. Ancor più grave il messaggio che passa, ovvero quello che se l'arbitro non vede chiunque può sentirsi giustificato ad agire indisturbato con gesti di violenza come quello accaduto il 6 aprile senza alcuna conseguenza.
 
Proprio perché l'arbitro si trovava già negli spogliatoi quando il fatto è accaduto, non ha potuto intervenire con la giusta sanzione ma non c'è forse una regola che impone che sia direttore di gara l'ultimo ad abbandonare il campo per evitare proprio questo tipo di episodi? 
Non è certo il primo episodio, e purtroppo probabilmente non sarà l'ultimo a verificarsi su un campo di calcio; non si pretende una prova televisiva o cinque arbitri come accade in serie A, ma con un po' più di attenzione e sanzioni severe a punire questi atteggiamenti forse si potrebbe partire proprio dall'evitare questi episodi, sicuramente meno gravi di molti altri, per costruire un calcio corretto e meno violento.
La società
U.S.Serle

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