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TRA DILETTANTISMO FORMALE E PROFESSIONISMO DI FATTO

21/5/2016
La differenza tra calcio dilettantistico e professionistico é un problema etico da anni che sta diventando sempre meno chiaro sia nella forma che nella sostanza. Il calciatore professionista é colui che svolge la sua attività come esclusiva e prevalente, mentre il calciatore dilettante oltre all'attività calcistica per la quale riceve un compenso sotto forma di rimborso spese, svolge nel contempo un'attività lavorativa o di studio. Si dà il caso però della situazione paradossale di calciatori dilettanti che guadagnano dei veri e propri stipendi, cifre a volte superiori ad atleti professionisti, non godendo però delle stesse tutele, in contraddizione con le attuali classificazioni . In molte Società dilettantistiche é d'uso scimmiottare il mondo professionistico, ormai tanto artificiale da uccidere l'educazione sportiva, cedendo al peggio della commercializzazione e spettacolarizzazione, tanto da poter affermare che il professionismo é entrato in buona misura in diversi club dilettantistici, che in realtà sono strutturalmente professionistici. Detto questo risulta facile poter dire che la linea di confine tra calcio professionistico e dilettantistico, nel nostro ordinamento, é rappresentata solo dalla legge N° 91 del 23/03/1981, ma che in realtà siamo ormai in presenza di un dilettantismo formale ed un professionismo di fatto, che presta il fianco a numerose critiche ed é l'origine di discriminazioni che favoriscono le Società più ricche che si possono permettere certi " atteggiamenti", abbattendo così il principio delle pari opportunità, non più in armonia con l'ordinamento sportivo nazionale ispirato proprio al principio di partecipazione all'attività sportiva di chiunque, in condizioni di uguaglianza e di opportunità. Certamente si può anche essere d'accordo con chi afferma che non servono i soldi , ma basta avere idee ed un pò di buona volontà e le Società che si organizzano in una certa maniera possono allinearsi sulla linea di partenza in parità. Ma le regole esistono e vanno rispettate e per questo motivo la Lega dovrebbe attenzionare maggiormente il comportamento non del tutto corretto di certe Società dilettantistiche che diciamo vanno per la maggiore, ma Lega e Federazione non muovono un dito. Ora il mio atteggiamento non é un pregiudizio culturale nei confronti di alcuna Società, vuole solo rappresentare che nel mondo del calcio dilettantistico ci sono ormai troppe storture, almeno per chi le vuol vedere, fin troppo evidenti per dimensioni, caratteristiche estremamente diversificate, che aggirando certi ostacoli creano un gap tra società con più mezzi e le altre, svuotando così lo status di dilettante , proprio così per come era stato concepito. Penso anche per i neofiti della materia sia agevole intuire che il calcio dilettantistico necessiti di una riforma più rigorosa che ponga rigidi limiti alle ormai troppe nefandezze palesi o nascoste.Come dire che nel calcio dilettantistico tutti vivono secondo le regole, ma non é che chi ha più denaro possa dettarle od aggirarle tanto da far perdere la bellezza di questo calcio "minore". che nasceva dall'allegria del giocare per giocare. e che ora é sempre più simile a battaglie di campanile tra tifosi o forse personalistiche tra presidenti, tanto che in tanti e forse troppi non lo seguono più e se ne sono allontanati

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