INFORMACALCIO

ARTICOLI REGIONALI

3 COSE CHE CAMBIEREI NEL CALCIO GIOVANILE....

9/5/2016
Tiki Taka Academy di Desio, prima in Italia, ha ideato delle Borse di Studio per giovani allenatori, per sottolineare il valore della formazione nel calcio giovanile. Iniziativa che ha raccolto ammirazione e consensi unanimi, anche da importanti personaggi del mondo del calcio, meritandosi pure un articolo sulla Gazzetta dello Sport.

Tanto l'interesse verso questa idea pilota, che mette in palio 3 "assegni" da 150 euro per chi parteciperà al Corso Uefa C a Verano, superandolo. Una decina i giovani allenatori della zona tra la Brianza, Milano, Como e Lecco che hanno chiesto informazioni. Sono 5 coloro che hanno fatto regolarmente domanda.

Una commissione di alto profilo - formata dal prof.Diego Trombello SGS Figc; prof.Gianluca Andrissi vicepresidente Aiac Milano e Mario Trezzi presidente Brianzatornei - ha valutato i temi richiesti dal titolo "3 cose che cambierei nel calcio giovanile".
Pubblichiamo di seguito il contributo di Fausto Terraneo, 30 anni, insegnante di educazione fisica e formatore attivo da diversi anni nell'attività di base. Il suo è risultato il tema con la più alta valutazione, quindi primo in graduatoria.
Complimenti da parte della Tiki Taka Academy e della Commissione!
info@tikitakacamp.it

Tre cose che cambierei nel mondo del calcio giovanile
Questo tema è molto ampio e complesso e meriterebbe una discussione altrettanto ampia. Cercherò di essere il più sintetico possibile e focalizzarmi sugli aspetti a mio avviso più importanti da cambiare:
1. La prima considerazione è di natura metodologica. Bisognerebbe secondo me ridurre molto le esercitazioni analitiche e a “secco” senza palla in favore di giochi e competizioni finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo tecnico, tattico o motorio - coordinativo che si è definito. Questo vale soprattutto per le categorie dell’attività di base e scuola calcio ma anche nel settore giovanile, in quanto il gioco ha la proprietà intrinseca di coinvolgere maggiormente i bambini e i ragazzi rispetto a un’attività analitica e la competizione alza automaticamente l’intensità dell’allenamento. Inoltre nelle attività di gioco e competitive si ricreano condizioni molto più simili a quelle della gara e ciò facilita l’apprendimento del gesto tecnico in situazione oltre che un maggior lavoro cognitivo rispetto alle esercitazioni analitiche.

2. La seconda considerazione è di carattere organizzativo. Servirebbe un ripensamento dei campionati e tornei federali e non. Non più campionati con classifiche e risultati, soprattutto nell’attività di base. Sulla carta già oggi non ci sono, ma in realtà esistono eccome, e influenzano molto le società e i tecnici, esasperando il clima già nelle categorie pulcini. Proporrei quindi dei “festival” di calcio, organizzati a turno dalle società per le diverse categorie in cui i bambini si confrontano in partite di calcio in spazi e tempi adeguati alla loro età ( esempio bambini di 8 anni 3 vs 3, magari a 4 porte ) a salire al 5 vs 5, 7vs7, 9vs9 per arrivare all 11vs11 non prima dei 14 anni. Si creerebbero così degli eventi sportivi, magari con musica e genitori a bordo campo, con premi per tutti. Forse è utopistico ma aiuterebbe a vivere con più serenità la competizione ai bambini e ragazzi ma anche a tecnici e genitori

3. L’ultima considerazione è di carattere formativo. Ho apprezzato molto la vostra iniziativa di indire una borsa di studio per formare i tecnici. Tuttavia resta un’iniziativa isolata e ahimè più unica che rara. In Italia la federazione pur facendo un lavoro enorme, sulla formazione a mio avviso pecca. Infatti il costo dei corsi grava sempre sugli allenatori e molti non riescono a permetterselo. Credo che quindi la federazione dovrebbe incentivare le società che formano i propri tecnici con sovvenzioni finanziarie o di altra natura. Sarebbe un approccio lungimirante che consentirebbe di avere tecnici qualificati nelle società dilettantistiche che nel lungo termine darebbero anche risultati dal punto di vista tecnico.

Inoltre l’ingresso ai corsi spesso favorisce ex calciatori anzichè persone con un background culturale maggiore, magari con una formazione universitaria di anni e quindi con strumenti e competenze superiori a chi ha pur una rispettabilissima carriera sportiva. Lavoriamo con i giovani, quindi soprattutto a livello dilettantistico la formazione della persona dovrebbe precedere quella dell'atleta. Per cui penso che si dovrebbe favorire l’ingresso nel mondo del calcio di persone più qualificate. Se ne avrebbe un vantaggio nel lungo termine, soprattutto in termini formativi più che tecnici

Ci sarebbero molte altre cose da dire sui possibili miglioramenti che si potrebbero apportare ma ho cercato di focalizzarmi su aspetti secondo me di primaria importanza.

Fausto Terraneo

Bacheca annunci

Link